Etiopia

La Repubblica Federale Democratica d'Etiopia è uno Stato dell'Africa orientale che vanta un'identità plurimillenaria (tant'è che è considerata il più antico stato africano). L'Etiopia confina a nord con l'Eritrea, ad est con il Gibuti e la Somalia, a sud sempre con la Somalia e con il Kenya ed ad Ovest con il Sudan; è uno stato senza sbocco al mare.

È uno dei 51 Stati che hanno dato vita all'ONU nel 1945.

Storicamente l'Etiopia è nota anche come Abissinia.

Circa il 40 % della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno.

 

Nome

I greci chiamavano così (Etiopia) le terre a meridione dell’Egitto (in realtà denominavano così l’intera Africa) perché abitate dagli etiopi, gli uomini “dal viso bruciato” (perché negroidi). Invece le fonti etiopi fanno derivare il nome dal termine Ityopp’is che designava il popolo figlio di Cush, figlio di Ham, il fondatore della città di Haksum (e tutto questo è confermato nei loro testi sacri). Una terza teoria farebbe derivare il nome dall’espressione nella lingua dei “faraoni neri” del Sudan: et (verità o pace) op (alto o superiore) bia (paese o terra): traducibile come “paese della pace più alta”. In epoca coloniale questa nazione era nota come Abissinia (erroneamente ci si riferisce all’intera Etiopia con questo nome) nome derivante dalla popolazione degli abissini; che a loro volta prendono nome dall’antico clan egemone degli Habashat, che secondo i loro miti migrò qui partendo dall’Arabia.

 

Storia

Attorno al 970 la regina Gudit (Detta Mishkinzana VII) perseguitò i cristiani che si trovavano in Etiopia ed aiutò a far crollare il Regno di Axum. Sebbene sia presentata dalle cronache etiopi come ebrea alcuni studiosi moderni hanno qualche dubbio a riguardo, suggerendo che potrebbe essere stata una pagana. All'inizio del basso medioevo nasce il regno di Etiopia, unico baluardo cristiano in Africa.

La fine del XIX secolo è segnata dall'inizio della colonizzazione europea del continente africano. Nel 1870 il porto di Assab, presso l'entrata meridionale del Mar Rosso, è comprato da una compagnia italiana come cessione di un sultano locale. Questo evento pone le basi per la fondazione di una colonia italiana in Eritrea. L'espansione della colonia verso l'interno porta ad un conflitto con l'impero etiope, governato dal negus Menelik II, ed alla battaglia di Adua del 1896, quando l'esercito abissino sconfigge la giovane potenza coloniale e l'Etiopia riesce a rimanere indipendente. L'Italia e l'Etiopia firmano il trattato di Uccialli che sancisce le relazioni fra i due paesi fino all'inizio della nuova espansione coloniale italiana verso l'Etiopia.

Con l'apertura del canale di Suez aumenta l'interesse europeo per il Paese. Il 3 ottobre 1935 l'Italia attacca, senza dichiarazione di guerra, l'impero etiope. Gli italiani, agli ordini del generale Rodolfo Graziani, riescono a sconfiggere la resistenza degli etiopi e a spingersi fino alla capitale Addis Abeba, nella quale entrano il 5 maggio 1936. L'Etiopia viene annessa all'impero dell'Africa Orientale Italiana. L'Italia, per questo atto di invasione subì l'embargo da parte della Società delle Nazioni.

L'Etiopia viene liberata dagli inglesi nel 1941 e l'Imperatore Haile Selassie I torna al potere fino al 1974. Nel 1974 una giunta militare, il Derg, depone l'Imperatore Haile Selassie I (in carica dal 1930, salvo la parentesi dell'occupazione italiana) e crea un regime socialista, con a capo, dopo una graduale e spietata eliminazione dei concorrenti, Haile Mariam Menghistu. Nel biennio 1984-1985 il paese viene colpito da una carestia di vastissime proporzioni che porta alla morte di 1 milione di persone. Stremato da golpe sanguinosi, rivolte, siccità su larga scala, dal problema dei rifugiati ed infine dalla ritirata dei protettori sovietici, il regime sanguinario viene in ultimo deposto da una coalizione di forze ribelli, il FRDPE nel 1991. Nel 1994 viene eletta un'Assemblea Costituente e le prime elezioni multipartitiche si tengono nel 1995. La guerra di confine combattuta contro l'Eritrea nel maggio 1998 ha rafforzato la coalizione al potere, ma ha fortemente indebolito l'economia del paese.

 

Geografia

Con 1.133.380 km², l'Etiopia è il 27° stato per grandezza (dopo la Colombia). Per grandezza è comparabile alla Bolivia. La secessione dell'Eritrea, nel 1993, ha privato il paese dello sbocco sul Mar Rosso.

 

Morfologia

Gran parte dell'Etiopia si trova nel Corno d'Africa, che è la parte più orientale del continente africano. Nell'Etiopia si trova un insieme disordinato di montagne (Acrocoro Etiopico) disconnessi altopiani divisi dalla Rift Valley, che percorre la parte sud-orientale e nord-orientale del paese ed è circondata da bassopiani, steppe e semi-deserto. La grande diversità del territorio determina grande varietà di clima, terreno, vegetazione naturale e aree abitate.

Idrografia

I principali laghi sono l'Abaya e il Tana; i principali fiumi sono il Giuba, l'Omo e il Nilo azzurro.

 

Clima

La temperatura media di Addis Abeba è di circa 15 °C in dicembre e di circa 18 °C in maggio. Luglio e agosto, i mesi delle grandi piogge, hanno temperature medie intorno ai 15-16 gradi (minime intorno agli 11). Le minime più basse (5-6 gradi C) si hanno in novembre e dicembre. La piovosità annua media è di circa 1200 mm. (minima da novembre a gennaio, massima da giugno a settembre). Gli estremi registrati: minima -7 °C massima 40 °C. Possiamo definire il clima "alpino" nell'acrocoro, visto che il paese è situato vicino a delle montagne, ed umido sulla costa, visto che soffiano i monsoni. Il clima umido, sulla costa, permette la coltivazione di tabacco e cereali.

 

Popolazione

Nel 2007 l'Etiopia aveva una popolazione di 76.511.887 abitanti, con una densità media di 68 unità per km²; la speranza di vita è di 49 anni, una delle più basse del mondo. Elevatissima la percentuale di popolazione rurale: l'84% (2005); poiché gran parte degli abitanti vive di agricoltura di sussistenza, gli insediamenti più popolati si trovano nella regione centrale, dove il terreno si presta maggiormente alle coltivazioni.

 

Etnie

La composizione etnica è assai diversificata, a causa della mescolanza razziale e linguistica che ebbe inizio sin dai tempi antichi; i principali gruppi sono:

Tra i gruppi non autoctoni si segnalano yemeniti, indiani, armeni, greci, italiani e, singolarmente, una piccola comunità di rastafariani provenienti dalla Giamaica.

Secondo altre fonti i maggiori gruppi etnici sono nell'ordine:

Nel paese è ancora presente una piccola comunità di italiani rimasti in Etiopia anche dopo il 1941.

 

Lingue

Le lingue autoctone più parlate sono: Amharico, Oromigna, Tigrigna, Guragigna, Somalo, Arabo, altre lingue locali. Fra le lingue europee le più conosciute sono l'inglese (diffuso tra i giovani) e l'italiano (soprattutto nel nord e nella capitale, molto meno al sud).

Religione

Secondo l'ultimo censimento del 1994 la diffusione delle fedi religiose tra la popolazione dovrebbe essere così suddivisa: Chiesa ortodossa etiopica 50,6%, protestanti 10,1%, cattolici 0,9% (per un totale di cristiani del 61,6%, ovvero la maggioranza della popolazione), musulmani 32,8%, Religioni tradizionali (animisti) 5,6%

I cristiani ortodossi sono predominanti nell'Etiopia centrale e settentrionale, i cristiani ortodossi e quelli protestanti compongono larga parte della popolazione dell'Etiopia meridionale e occidentale.

Una piccola e antica comunità di ebrei, i Falascia (Beta Israel in inglese), vivono nel nord-ovest dell'Etiopia, anche se molti di loro (circa 90.000, l'85% della popolazione totale) si sono trasferiti in Israele negli ultimi decenni, principalmente durante le operazioni "Moses" (israeliana, 1984), "Joshua" (statunitense, 1985) (un progetto di aiuto all'immigrazione in Israele dei Falascia durante una carestia che aveva colpito la regione) e l'operazione "Solomon" (israeliana, 1991) a seguito degli scontri tra Etiopia ed Eritrea. Alcuni studiosi ebraici ritengono che questo gruppo etnico sia ciò che rimane di una delle tribù perdute di Israele.

 

 

Ordinamento dello stato

 

Suddivisione amministrativa

 

L'Etiopia è suddivisa in 9 regioni, a cui si aggiungono 2 città autonome:

  1. Addis Abeba (città autonoma)
  2. Afar
  3. Amhara
  4. Benishangul-Gumaz
  5. Dire Daua (città autonoma)
  6. Gambela
  7. Harar
  8. Oromia
  9. Somali
  10. Nazioni, Nazionalità e Popoli del Sud
  11. Tigrè

 

Città principali

Addis Abeba (2.424.000 abitanti), a 2360 m slm, la capitale dell'Etiopia e capitale della regione omonima, circondata dalle regione Oromo, quasi al confine con la regione Amhara, abitate dalle due principali etnie dell'Etiopia.

Dire Daua (398.000 abitanti) è la capitale della regione omonima e si trova a 1095 m slm, al confine fra la regione Oromo e la regione Somali. Importante centro sulla Ferrovia Addis Abeba-Gibuti, la città si è sviluppata come polo commerciale, agricolo (caffè) e del bestiame ed è inoltre sede di industrie tessili, alimentari e del cemento.

Gondar (195.000 abitanti), posizionata poco a nord del lago Tana a 2160 m slm, nella regione Amhara, antica capitale del regno etiope.

Macallé o Mekele (169.000 abitanti) è situata tra gli altopiani del Ghevà e del Gabàt a 2062 m slm ed è la capitale dello stato del Tigrè e prima città dell'Etiopia settentrionale. Importante mercato agricolo (cereali e cotone) con varie industrie alimentari, la città è il capolinea della carovana del sale, che trasporta il minerale a dorso dei cammelli dal deserto della Dancalia.

Grazie alla sua eccellente postazione strategica la città fu scelta nel 1881 come capitale del Paese dall'imperatore. Occupata dagli italiani nel 1895 a seguito della campagna etiope fu ripresa dall'esercito abissino l'anno dopo. Macallè fu uno dei primi obiettivi riconquistati nel 1935 dalle truppe italiane che portarono a termine l'occupazione dell'Etiopia.

Bahir Dar (167.000 abitanti), sul lago Tana a 1700 m slm, capitale della regione Amhara.

Gimma (159.000 abitanti), nella regione Oromo, è la maggiore città dell'Etiopia sud-occidentale.

Harar o Harer (132.000 abitanti) è la capitale della regione omonima e si trova a 1856 m slm sul versante nord-orientale del Gebel Mullata, al confine fra la regione Oromo e la regione Somali. La città, caratterizzata da un clima molto secco e caldo, è collegata per rotabile a Gibuti, Addis Abeba e Dire Daua. Importante ed attivo mercato agricolo ospita anche industrie alimentari e dell'artigianato (tessitura ed intreccio dei cesti).

Harar fu fondata dagli Arabi, provenienti dalla Yemen, nel VII secolo e nel 1520 divenne capitale dell'emirato musulmano di Adal. Invasa dai Galla decadde di importanza e fu occupata dagli egiziani nel 1875. Il 26 gennaio 1887 fu riconquistata dalle truppe imperiali e passò a far parte dell'Impero Etiopico. Nel 1989 fu riconosciuta dall'Unesco come patrimonio culturale dell'umanità e considerata quarta città santa islamica del mondo grazie alle sue numerose moschee.

Jijiga (98.000 abitanti), a 1609 m slm, capitale dell'Ogaden, il territorio abitato dai somali nell'Etiopia sud-orientale.

Istituzioni

 

Ordinamento scolastico

L'istruzione è stata per secoli monopolio della Chiesa Etiope, fino agli inizi del XX secolo, quando si adottò un sistema d'istruzione scolare. Il sistema scolastico etiope si articola in: 5 anni di scuola primaria, 3 anni di scuola inferiore e 4 anni della scuola superiore. Tutt'oggi si cerca di aumentare il numero delle scuole elementari per insegnare ai giovani a leggere ed a scrivere. Ad Addis Abeba vi è una scuola italiana, una francese, una tedesca, e varie scuole inglesi.

 

Politica interna

Il Paese fa parte dal 1986 dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo, organizzazione politico-commerciale formata dai paesi del Corno d'Africa.

L'elezione dell'assemblea costituente etiopica, che contava 547 membri venne tenuta nel giugno 1994. Questa assemblea approvò nel dicembre 1994 la costituzione della Repubblica Democratica Federale di Etiopia. Le elezioni per il primo parlamento etiopico nazionale frutto di elezioni veramente popolari e per vari parlamenti regionali vennero tenute a maggio e giugno del 1995. La maggior parte dei partiti di opposizione scelse di boicottare queste elezioni. Vi fu una vittoria travolgente per il partito EPRDF (484 seggi su 547). Osservatori internazionali e di agenzie indipendenti non governative fecero notare che i partiti di opposizione avrebbero potuto partecipare, se lo avessero voluto.

Il governo della Repubblica Federale Democratica dell'Etiopia venne insediato nell'agosto 1995. Il primo Presidente eletto è stato Negasso Gidada. Il governo guidato dal EPRDF del Primo Ministro Meles Zenawi ha promosso una politica di federalismo etnico, devolvendo poteri significativi alle autorità regionali, basate sulla composizione etnica. L'Etiopia oggi ha 9 regioni amministrative semi-autonome che hanno il potere di raccogliere tasse e spenderle in maniera autonoma. Sotto l'attuale governo, gli etiopi godono di maggiore partecipazione politica e di dibattito politico più libero rispetto ad ogni altro momento anteriore della loro storia, anche se alcuni fondamentali diritti, fra cui la libertà di stampa, sono, in pratica, alquanto limitati.

Il governo di Zenawi venne rieletto nel 2000 nelle prime vere elezioni multipartitiche nella storia dell'Etiopia, vincendo 481 seggi su 547. L'attuale presidente è Girma Wolde-Giorgis, rieletto per un secondo mandato di sei anni dai due rami del Parlamento il 9 ottobre 2007.

Nel 2004 il governo cominciò a trasferire più di due milioni di persone dagli altopiani aridi dell'est, adducendo come ragione che queste risistemazioni avrebbero diminuito la scarsità di cibo.

In Etiopia si sono tenute nuovamente le elezioni nel maggio 2005, occasione in cui si è avuta una percentuale record di votanti (circa il 90%). Sebbene gli osservatori dell'Unione Europea abbiano segnalato che in tali elezioni siano state violate le regole internazionali per giuste e libere votazioni, altri gruppi sono arrivati a conclusioni differenti. La dichiarazione rilasciata il 14 settembre dall'Unione Africana, infatti, loda "il mostrare, da parte della popolazione etiope, un sano impegno negli ideali democratici"; il giorno successivo lo "US Carter Center" concluse "the majority of the constituency results based on the May 15 polling and tabulation are credible and reflect competitive conditions". L'EPRDF (formato da 4 partiti) ha nuovamente vinto le elezioni, ma solo con il 59,8% dei voti e quindi 327 seggi. La principale forza di opposizione (Coalizione per l'Unità e la Democrazia, formata da 4 partiti) ha ottenuto il 19,9% e 109 seggi, la seconda forza di opposizione (Forze Democratiche Etiopi Unite, formata da 5 partiti) il 9,5% e 52 seggi, mentre i 58 seggi restanti sono andati a nove formazioni localistiche minori.

Nelle ultime elezioni che si sono svolte nel 2006 il governo in carica è stato sconfitto per quanto riguarda i seggi nella capitale, con una differenza di circa l'80% dei voti, ma è rimasto in carica sostenendo di aver vinto grazie ai voti provenienti dalle campagne. Numerose proteste da parte dei cittadini di Addis Abeba e delle altre città si sono concluse in scontri a fuoco dove hanno perso la vita decine, forse centinaia di persone. Alcune manifestazioni studentesche sono state represse nel sangue dalla polizia federale. Gli organi di stampa (sotto il completo controllo governativo) hanno dato comunicazione di scontri tra polizia e "banditi" nella zona di Mercato. Attualmente quasi tutti i leader dell'opposizione sono incarcerati o dispersi.

 

Politica estera

La politica estera è dominata dalla tensione con la vicina Eritrea: il conflitto sul confine tra i due paesi, terminato nel 2000 col trattato d'Algeri, non è stato superato da rapporti pacifici stabilitisi tra i due paesi e permangono disaccordi sulla demarcazione del confine. Uno dei problemi comuni ai due paesi è rappresentato dalla presenza di un numero considerevole di vari tipi di ordigni non esplosi (UXO) e mine antiuomo ed anticarro.

Sin dal 1991 l'Etiopia ha stabilito buone relazioni con gli Stati Uniti e l'Europa occidentale e cercato un sostegno economico sostanziale dai paesi occidentali e dalla Banca Mondiale.

Il forte legame con gli U.S.A. (fornitori di alimenti e armi) ha portato l'esercito etiope ad intervenire in Somalia nel 2007 contro le Corti islamiche, a sostegno del governo provvisorio somalo rifugiato a Baidoa. Nonostante i successi iniziali e l'appoggio aereo statunitense, le Corti islamiche hanno ripreso l'offensiva e gli scontri continuano tutt'ora. I rapporti sono tesi anche con il vicino Sudan.

 

Economia

L'economia versa in condizioni gravissime; le guerre civili e le frequenti siccità hanno reso l'Etiopia uno dei paesi più poveri del mondo (nella graduatoria ISU si trova nella 155ª posizione) (2008). L'agricoltura è praticata con metodi tradizionali; sugli altopiani si coltivano il caffè per l'esportazione, ortaggi, legumi e frumento; nelle zone più umide si coltivano cotone e tabacco. L'allevamento del bestiame è abbastanza sviluppato, ma le risorse forestali sono scarse, e nel sottosuolo si trovano giacimenti di platino e oro. L'industria è limitata alla produzione tessile e alimentare.

 

Importazioni

L'Etiopia importa diversi beni, dalle materie prime ai beni capitali, ai beni di consumo. Le importazioni superano abbondantemente le esportazioni, determinando un ampio deficit della bilancia commerciale.

 

Esportazioni

L'Etiopia esporta caffè,di cui esistono alcune buone varietà, e pelli grezze.A parte questi prodotti tradizionali,l'Etiopia non esporta alcun bene, a causa del suo gravissimo stato di povertà. Risulta però che discrete quantità di una sostanza leggermente psicotropa (di natura anfetaminica), le foglie di Kat (germogli) ottenute da una pianta che cresce spontanea in Etiopia, siano esportate al di là del Mar Rosso, nella Penisola araba, dove ne siste un notevole consumo.

 

Trasporti

Fino a pochi anni fa l'Etiopia aveva un sistema viario piuttosto debole, in gran parte basato su strade costruite dagli italiani durante l'occupazione; l'insufficienza del sistema viario ha tra l'altro contribuito al determinarsi e all'aggravarsi di alcune delle crisi alimentari che il paese ha attraversato.

Negli ultimi anni, in particolare in seguito alle risorse liberate dalla cessazione delle ostilità con l'Eritrea e nel quadro di un processo più generale di ammodernamento, il Paese ha visto la costruzione di un notevole numero di strade, soprattutto nei dintorni di Addis Abeba e delle città maggiori.

L'unica linea ferroviaria esistente fu costruita dai francesi nel 1917 e collega Addis Abeba con Gibuti, passando per Dire Dawa.

L'aeroporto internazionale di Bole, ad Addis Abeba, è stato rimodernato negli ultimi anni e può considerarsi un ottimo aeroporto per gli standard africani; la compagnia di bandiera, Ethiopian Airlines, gode anche di ottima reputazione tra le compagnie africane, specie per la buona selezione e l'addestramento dei piloti (effettuato normalmente in Gran Bretagna). L'Etiopia gode di un discreto sistema di collegamenti aerei interni, con aeroporti non solo nelle città più importanti, ma anche in piccoli centri come Lalibela, tradizionale centro di pellegrinaggio e, più di recente, meta turistica.

 

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